L'obiettivo della settimana lavorativa di quattro giorni è la costruzione di una società della piena occupazione a orario ridotto. Una società in cui tutti i cittadini siano coinvolti nello sforzo produttivo e di riproduzione sociale, e al contempo abbiano una disponibilità crescente di tempo liberato da dedicare al perseguimento delle proprie aspirazioni in maniera piena e autonoma. Questa strategia permette di condividere le capacità che il lavoro consente, rendendo più robusto l'ordine sociale e riducendo le aree di marginalità. Allo stesso tempo fa sì che nessuno si senta sopraffatto dai propri doveri oppure abbia la sensazione di stare dedicando l'intera esistenza a un obiettivo che non sente proprio né utile. Riducendo l'ammontare di ore che ciascuno di noi apporta al sistema economico, e redistribuendo il lavoro tra tutti i cittadini attivi, permetteremo a ciascuno di condurre una vita dignitosa.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàViviamo nella società più produttiva e prospera della storia umana, ma per qualche motivo perseveriamo in un modello di produzione e consumo che prevede lo sfruttamento fino allo sfinimento di tutte le risorse: naturali e umane. Molte persone vedono un aumento e un'intensificazione dei tempi di lavoro, troppe altre l'esclusione dal lavoro e, spesso, dall'accesso alla società. Aznar la definisce la «società duale, in cui la metà degli individui lavora troppo e l'altra metà non lavora affatto». È necessario spalmare gli aspetti negativi del lavoro su un numero maggiore di persone e condividerne gli effetti positivi. Ridurre gli orari, e quindi redistribuire il lavoro, significa liberare tempo di vita. L'obiettivo è quello di lasciare spazio anche ad aspetti che non siano dominati dall'economico, spazio cioè a tutto ciò che non risponde alle logiche del mercato e del denaro. Prefazione di Will Stronge e Laura Parker. Postfazione di Elly Schlein.
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